La nostra storia
Afragola ha una popolazione che supera i 63.800 abitanti (dati ISTAT 2011) ed è situata sul versante meridionale dell’imponente canale dei Regi Lagni; l'Istituto si affaccia sulla strada statale n. 87 Sannitica, arteria di rilevanza interregionale che collega Napoli a Campobasso. A soli 4 km è posto il casello di svincolo per l’Asse Mediano lungo l'autostrada A1 del Sole (Milano-Roma- Napoli), mentre a 2 km è situata la più vicina stazione sulla linea ferroviaria Roma-Napoli. Lo scalo aeroportuale e il porto commerciale distano rispettivamente 8 e 16 km.
Secondo la tradizione, la fondazione di Afragola è legata ad una concessione, fatta nel 1140 da Ruggero II il Normanno ad alcuni militi, di un territorio chiamato Circuito delle Fragole.
La storia del borgo si identifica con le vicissitudini del suo castello, che secondo lo storico Domenico Stelleopardi fu eretto nel XIV secolo per desiderio di Giovanna I d'Angiò; esso ospitò le truppe di Luigi III d'Angiò, giunte a Napoli per conquistarla, e fu poi assediato ed espugnato dai soldati francesi di Carlo VIII.
La struttura produttiva dell’area è costituita da una miriade di piccole e piccolissime imprese locali di diverse tipologie legate ai comparti tradizionali (enologico, oleario, delle calzature, del legno e dei materiali edili), frammentate ed operanti in isolamento, prive di strutture, di servizi e di orientamento al mercato e soprattutto prive di infrastrutture funzionali allo sviluppo. Accanto a tale realtà nelle zone periferiche del Capomazzo e del Cantariello hanno sede alcune tra le maggiori strutture commerciali del Mezzogiorno (tra cui Ikea e Le Porte di Napoli, che comprende un Ipercoop di Unicoop Tirreno) ed è attualmente in costruzione lo scalo ferroviario dedicato all’alta velocità, progettato da Zaha Hadid. Convive, inoltre, un’agglomerazione di imprese medio/grandi, sorte su ex aree agricole, operanti nei settori della grande distribuzione alimentare, dell‟informatica, dell’abbigliamento, degli elettrodomestici realizzate prevalentemente da imprenditori del Nord Italia.
Attualmente, la situazione occupazionale nell’area ha raggiunto livelli di vera e propria emergenza: il fenomeno della disoccupazione presenta una dimensione tale da influire non soltanto sulla crescita economica, ma sulla stessa convivenza e consenso sociale.
In sintesi, si può dire che la connotazione artigianale del tessuto produttivo locale appare molto debole e include prevalentemente il sistema delle piccole e piccolissime imprese, in gran parte localizzate in aree non sufficientemente attrezzate per l’attività produttiva.
La storia più antica di Cardito è testimoniata dal rinvenimento di necropoli preromane e da frequentazioni del sito naturale corrispondente alla vastissima zona denominata SLAI, feudo dei potenti Caracciolo di Napoli; la città ebbe il massimo sviluppo sotto la signoria dei Loffredo, nell’area retrostante la vasta residenza dei principi (che fu largamente urbanizzata) quando il piccolo centro rurale si arricchì di palazzi gentilizi notevoli, legati alla presenza di nobili famiglie locali.
Un’altra parte del paese si è sviluppata, in tempi più recenti, sull’asse viario che conduce ad Afragola e rasenta il territorio denominato “zona SLAI”, ove è ubicato l’antichissimo castello aragonese dei Caracciolo-Carafa. In quest’area, nella quale si trova la sede del liceo, si è verificato il massimo sviluppo urbano e demografico attuato nell’ultimo trentennio del trascorso XX secolo, con un incremento pari al 40% della popolazione residente.
Attualmente, Cardito è inserito nel territorio di recente urbanizzazione a Nord di Napoli, spesso alla ribalta per avvenimenti collegati alla criminalità, alla illegalità, all’abusivismo. Incrocio tra periferie non sempre rivalutate, è una zona non del tutto provvista di strutture atte a promuovere capacità, abilità, interesse nelle giovani generazioni, che preferiscono rivolgersi alla vicina città di Napoli o migrare altrove.
Nello specifico, il Liceo Artistico, sito in Cardito nella zona SLAI, un "quartiere dormitorio, ha tentato, con la professionalità della gestione e l'impegno dei docenti, di creare condizioni meno avverse e destabilizzanti per gli alunni, procedendo ad un quotidiano e qualificante lavoro educativo ed ha ottenuto, da parte degli allievi e dei genitori, interesse e gratificazioni.